Extract from Pietro Porta, “I legni, le carte, le tele, i segni,” in Sarina, immagini dal privato, Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona (AL, Italy), 2009:
L’entità dei reperti del “fondo drammaturgico” dei Sarina è – a oggi, per sommi capi – così definibile: Umberto Biancamano (trentaquattro quaderni), Rinaldo Rinaldini ovvero I misteri degli Abruzzi (trenta), Lando Fortebraccio ovvero Barbarossa (ventinove), Mayno della Spinetta (ventinove), Paladini di Francia (undici), Passatore (nove). E poi, meno cospicui quantitativamente, ancora cavallereschi a cicli (Grifone e Aquilante, Reali di Francia, Reali di Sassonia, Crociate in Palestina, Ettore Fieramosca, Guerrino e Figli del Guerrino, Leutelmonte ovvero I valvassori bresciani, Caloandro), temi risorgimentali e battaglie storiche (Battaglia di Montebello, Battaglia di Magenta, Battaglia di Palestro, Battaglia di Amba Alagi e resa di Mahalle), tratti da romanzi, ancora a cicli (Il Conte di Montecristo, L’uomo che ride, Quintino Durward, Le figlie dei faraoni), da melodrammi (Rigoletto, L’africana, Un ballo in maschera, Ernani, Attila, Guarany, Donna Caritea Regina di Spagna, Ginevra di Scozia, La forza del destino, Maria Stuarda), altri briganteschi (Musolino, Antonio Gasparoni, Il brigante Silvano), vite di santi e soggetti religiosi (Nascita e Passione di Cristo, Decollazione di Giovanni Battista, San Rocco, San Bartolomeo, Sant’Ambrogio, Santa Margherita da Cortona), opere di carattere storico (Diepo Nikoro, Bernabò Visconti, Margherita Pusterla, Cola di Rienzo, Giovanna d’Arco, Lazzaro il mandriano ovvero Cosimo I, Duca di Monmouth), un imprecisato Napoleone, storiche a carattere locale (Gran rivolta dei sessediesi ai feudatari nel 1375, Il sacrificio di Folchetto), farse (interpretate dalle maschere sariniane Tascone Pampalughino e Gioppino), bozzetti, commedie musicali scritte col nipote nel secondo dopoguerra (Lina, Rondine senza nido, La corsara), classici dei repertori burattineschi (Le due orfanelle, I due sergenti, Il fornaretto di Venezia, Genoveffa, Bianca e Fernando), alcuni quaderni che trattano la leggenda di Giuditta della Fraschetta, probabilmente intrecciata con quella di Mayno[1]. È pure presente una gran quantità di fogli sparsi o raccolti in fascicoli e quaderni che, per la loro composizione, non è stato possibile identificare individualmente; essi – inventariati perlopiù come elementi di “miscellanea” – spesso contengono diversi tipi di scrittura drammaturgica (sunti, dialoghi, aggiunte, varianti, ecc.), appartenenti a diverse opere.
L’elenco dei copioni riprende in buona parte i repertori identificati dai principali studiosi e storici del teatro di figura, soprattutto Remo Melloni[2] e Roberto Leydi[3]; fatta salva la netta preminenza del repertorio cavalleresco, ne rispetta sostanzialmente la distribuzione in generi, la natura delle fonti, riprendendone buona parte dei titoli.
[1] Molti di questi titoli – indifferentemente – riportano, in aggiunta al frontespizio, la dicitura: “Produzione storico-romantica”.
[2] Remo Melloni, Maria Giuseppina Bo, Il repertorio del teatro dei burattini e delle marionette della tradizione italiana, in “linea teatrale”, anno VI, n° 1, Torino, 1990.
[3] Roberto Leydi, Renata Mezzanotte Leydi, Marionette e burattini, Collana del “Gallo Grande”, Milano, 1958.